MAXXI …
Zaha HADID, MI RICORDA MOLTO MIO PADRE MA, LUI PURTROPPO SE NE ANDO’ IN CIELO NEL 1974 A SOLI 47 ANNI
Zaha HADID, MIND MY FATHER REMEMBER BUT, HE UNFINISHED IF HE WENT IN HEAVEN IN 1974 FOR A SINGLE 47 YEARS
https://www.instagram.com/p/BUxoPPSF03q/?taken-by=ugomariacionfrini
ESEMPIO DI TAVOLINO DISEGNATO DA MIO PADRE ANCHE LE POLTRONCINE SONO UNA SUA CREAZIONE DEGLI ANNI ’50
EXAMPLE OF TABLE DESIGNED BY MY FATHER ALSO THE ARMCHAIRS ARE A HIS CREATION OF THE YEARS
SCRIVANIA A COMPASSO SEMPRE UNA CREAZIONE DEGLI ANNI ’50 DI MIO PADRE ARCHITETTO ENRICO CIONFRINI
ALWAYS A COMPASSO COMPANIES A CREATION OF THE FIFTH YEARS OF MY FATHER ARCHITECT ENRICO CIONFRINI
https://www.facebook.com/UMCPHOTO/
ANCHE QUESTA SEDIA FU DISEGNATE DALL’ARCHITETTO ENRICO CIONFRINI NEGLI ANNI ’50
ALSO THIS CHAIR WAS DESIGNED BY ENRICO CIONFRINI ARCHITECT IN THE YEARS
La sede del MAXXI si trova nel quartiere Flaminio di Roma ed è realizzata nell’area delle ex caserma Montello accanto alla basilica di Santa Croce a Via Flaminia. Il complesso si trova tra via Masaccio e via Guido Reni, su quest’ultima l’ingresso principale. Dell’ex Caserma sopravvivono il corpo lungo la basilica di Santa Croce, e la facciata su via Guido Reni, integrata nel progetto di Zaha Hadid[3].
Storia
Il concorso, l’avvio dei lavori
Nel luglio del 1998 viene bandito dalla Soprintendenza Speciale Arte Contemporanea, su incarico del Ministero per i Beni Culturali, il concorso internazionale di idee per la realizzazione a Roma del nuovo polo nazionale, culturale ed espositivo, dedicato all’arte e all’architettura contemporanee.
La giuria internazionale è chiamata a valutare 273 candidature, tra cui vengono selezionati i 15 progettisti ammessi alla seconda fase, che nei tre mesi successivi elaborano i progetti di concorso. Intanto, la ricerca di un’area dismessa in una posizione centrale e strategica della città, aveva portato, l’anno precedente, all’individuazione del grande complesso delle officine e dei padiglioni militari della ex caserma Montello al Flaminio, da anni inutilizzato, come luogo deputato ad ospitare il campus.
History
The competition, the start of the workIn July 1998, the Special Superintendent of Contemporary Art was commissioned by the Ministry for Cultural Heritage, the International Competition of Ideas for Realization in Rome of the new national, cultural and exhibition pole, devoted to contemporary art and architecture.The international jury is called upon to evaluate 273 candidacies, including the 15 admitted designers in the second phase, who will compete in the three months following the competition. Meanwhile, the search for a deserted area in a central and strategic position in the city had led the previous year to the identification of the large complex of the former Montello al Flaminio military workshops and military pavilions for years unused, such as Place to host the campus.
Le linee di indirizzo del concorso prevedevano di integrare il progetto con il contesto del quartiere Flaminio, di conservare l’edificio che affaccia su via Guido Reni e il grande corpo a due piani al confine con la chiesa parrocchiale, di creare spazi aperti lungo il perimetro del progetto, di porre attenzione all’illuminazione naturale e al controllo ambientale, di creare continuità nella circolazione e nei percorsi.
A fine febbraio 1999 la giuria seleziona il progetto vincitore, realizzato da Zaha Hadid. È un campus multifunzionale che compone e integra diversi spazi articolati e complessi: funzioni museali e laboratori di ricerca, spazi di accoglienza e servizi di supporto al museo, funzioni commerciali e spazi per eventi, percorsi di collegamento interno e strade pedonali di carattere urbano si intrecciano su più livelli in un sistema dinamico e continuo. Gli studi e gli schizzi preliminari denunciano un’attenta lettura del contesto e delle preesistenze, tanto che la giuria sceglie il progetto non solo per la creatività della soluzione architettonica proposta, ma anche per la sua capacità di integrarsi nel tessuto urbano circostante.
Nel luglio 1999, viene approvata la legge che istituisce il “Centro per la documentazione e la valorizzazione delle arti contemporanee”, prevedendo al suo interno il Museo delle Arti contemporanee e il Museo dell’architettura, finanziandone la progettazione e la realizzazione, oltre che il funzionamento e l’acquisizione delle prime opere. L’approvazione della legge istitutiva e l’attribuzione dei primi fondi per il funzionamento e la costituzione delle collezioni consente al Centro di divenire immediatamente operativo, avviando le sue prime attività di programmazione culturale ben prima del completamento delle fasi progettuali e dell’avvio dei lavori per la sua realizzazione. Il Centro prende il suo nuovo e definitivo nome: MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo[4].
Virtual model of Zaha Hadid’s project
The address lines of the competition were to integrate the project with the Flaminio district context, to keep the building overlooking Via Guido Reni and the large two-story corridor at the border with the parish church, to create open spaces along the perimeter Of the project, to focus on natural illumination and environmental control, to create continuity in traffic and pathways.
At the end of February 1999 the jury selected the winner project, created by Zaha Hadid. It is a multifunctional campus that complements and integrates diverse articulated and complex spaces: museums and research laboratories, hospitality facilities and museum support services, commercial functions and event spaces, internal link paths and urban pedestrian streets intertwine On multiple levels in a dynamic and continuous system. Preliminary studies and sketches denounce a careful reading of the context and the pre-existence, so that the jury chooses the project not only for the creativity of the proposed architectural solution but also for its ability to integrate into the surrounding urban fabric.
In July 1999, the law establishing the “Center for Documentation and Valorization of Contemporary Arts” was approved, incorporating the Museum of Contemporary Arts and the Museum of Architecture, financing its design and implementation, as well as the Operation and acquisition of the first works. The approval of the law and the allocation of the first funds for the operation and establishment of the collections allow the Center to become immediately operative, starting its first cultural programming activities well before the completion of the design phases and the start of the works For its realization. The Center takes its new and definitive name: MAXXI, National Museum of the Arts of the 21st Century [4].
Il progetto architettonico
Concluso il concorso, le linee guida e le forme iniziali sono coerentemente sviluppate nel corso della progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva, che confermano l’idea di un campus urbano, in cui la tradizionale nozione di edificio si amplia in una dimensione più vasta, che investe tanto lo spazio della città quanto quello interno, a prevalente destinazione museale. L’articolazione funzionale, strutturata in aree con connotazioni precise, percorsi e zone polivalenti e flessibili, prevede sostanzialmente i due musei – MAXXI arte e MAXXI architettura – che ruotano intorno alla grande hall a tutta altezza attraverso la quale si accede ai servizi di accoglienza, alla caffetteria e alla libreria dedicata, ai laboratori didattici, all’auditorium e alle sale per eventi dal vivo e per convegni, alle gallerie dedicate alle esposizioni temporanee e alle collezioni di grafica e fotografia.
Il progetto si confronta con il sistema urbano delle caserme, adottandone il profilo contenuto e orizzontale. La circolazione interna confluisce in quella urbana, sovrapponendo più strati di percorsi intrecciati e di spazi aperti alle condizioni specifiche del luogo. Le complessità delle forme, il variare e l’intrecciarsi delle quote determinano una trama spaziale di grande complessità. L’andamento rigato della copertura contiene una memoria degli shed dei capannoni preesistenti. Il percorso pedonale – che all’interno diverrà museale – attraversa il sito seguendo la sagoma arrotondata del museo e scivolando sotto i volumi in aggetto degli edifici. Il progetto sembra alludere alle stratificazioni storiche e archeologiche della città di Roma che si presentano con la metafora dei layers digitali.
The architectural project
Detail of lattice roof beams
Once the competition, guidelines and initial forms are consistently developed during the preliminary, definitive and executive design, which confirms the idea of an urban campus, where the traditional notion of building extends to a larger dimension than It invests both the space of the city as well as the inner one, primarily museum destination. The functional articulation, structured in areas with precise connotations, paths and multifaceted and flexible areas, basically involves the two museums – MAXXI arte and MAXXI architecture – that revolve around the large hall at full height through which access to reception services, The cafeteria and the dedicated library, the didactic laboratories, the auditorium and live event halls and conventions, the galleries dedicated to temporary exhibitions and the collections of graphics and photography.
The project is compared with the urban system of the barracks, adopting its profile, both horizontal and horizontal. Internal circulation flows into the urban one, superimposing multiple layers of interwoven paths and open spaces to the specific conditions of the site. The complexity of the shapes, the variation and the intertwining of the dimensions create a spatial plot of great complexity. The hedge of the hedge contains a memory of the pre-existent sheds of the sheds. The pedestrian path – which inside will become museum – crosses the site following the rounded shape of the museum and slipping under the volumes of the buildings. The project seems to be alluded to the historical and archaeological stratifications of the city of Rome that come with the metaphor of the digital layers.
L’idea progettuale sul piano architettonico presenta un segno deciso che predomina negli spazi all’aria aperta, segnati dai volumi in aggetto, e negli ambienti di accoglienza, poi contraddetto dalla spazialità più sobria delle gallerie destinate a ospitare le collezioni dei due musei. Con differenti gradi di permeabilità, flessibilità e trasparenza, le diverse gallerie sono connotate dal controllo delle condizioni ambientali e di luce. Arte, architettura e spazi per eventi dal vivo convivono in una sequenza scenografica di suites caratterizzate da un uso modulato e zenitale della luce naturale. Lo spazio non si identifica esclusivamente in un percorso lineare, ma offre una gamma di scelte alternative per far sì che il visitatore non torni mai sui propri passi, godendo di suggestivi scorci panoramici sull’architettura, le opere e la città[5].
The main entrance
The design idea on the architectural plane presents a decisive sign that prevails in the open air spaces, marked by the volumes in the compartment, and in the welcoming environments, then contradicted by the simplest spatiality of galleries intended to host the collections of the two museums. With different degrees of permeability, flexibility and transparency, the various galleries are characterized by the control of ambient and light conditions. Art, architecture and live event spaces coexist in a scenographic sequence of suites featuring a modulated and zenithal use of natural light. Space does not only identify itself in a linear path, but offers a range of alternative choices to make the visitor never return to their footsteps, enjoying stunning panoramic views of architecture, works, and the city [5].
Il cantiere
Sono in calcestruzzo le pareti che caratterizzano la forma e la struttura del MAXXI, come pure le superfici orizzontali, le lame di copertura, interamente rivestite in cemento fibrorinforzato (GRC), e gran parte delle finiture (superfici a vista, pavimenti, arredi).
Per garantire la continuità della produzione del calcestruzzo e la qualità della miscela fu impiantata una centrale di betonaggio nell’area di cantiere. L’esigenza di controllare la resa estetica delle superfici in cemento faccia a vista, pensate da Zaha Hadid di colore chiaro, lisce e appena segnate dai fori degli elementi di connessione delle due facce del cassero, ha portato all’impiego di casseformi particolari, di dimensioni fuori standard. I casseri devono sopportare le enormi spinte esercitate dal calcestruzzo nella fase di getto. Il loro coefficiente di reimpiego è di poco superiore all’unità. La miscela utilizzata, del tipo autocompattante per garantire una superficie compatta e liscia, permette di realizzare le pareti a geometria complessa dell’edificio con getti di grandi dimensioni. L’impiego dell’acciaio è destinato ai collegamenti verticali e ad altri elementi architettonici come le travi di collegamento tra le pareti in calcestruzzo e i pilotis che sostengono i volumi in aggetto[6].
Il sistema di copertura è interamente prodotto fuori opera: integra gli elementi di serramento, i dispositivi di controllo dell’illuminazione naturale, gli apparecchi per l’illuminazione artificiale, i meccanismi per il contenimento del calore da irraggiamento solare. Composto da una doppia vetrata superiore e da un’ulteriore vetrata inferiore, è protetto all’esterno da un frangisole costituito da griglie metalliche che, oltre a schermare la luce, diventano passerelle percorribili a fini manutentivi.
The yard
Concrete are the walls that characterize the shape and structure of the MAXXI, as well as the horizontal surfaces, the covering blades, entirely covered with reinforced concrete (GRC), and most of the finishes (facades, floors, furnishings).
The MAXXI yard in February 2006
To ensure the continuity of concrete production and the quality of the mix, a concrete plant was planted in the site. The need to control the aesthetic performance of exposed concrete surfaces, conceived by Zaha Hadid of light color, smooth and just marked by the holes of the connecting elements of the two sides of the truss, led to the use of special shapes, Off standard size. The containers have to withstand the enormous pushes pushed by the concrete during the casting phase. Their reuse rate is slightly higher than unit. The self-compacting mixture used to provide a compact and smooth surface allows the complex geometry walls of the building to be constructed with large jets. The use of steel is intended for vertical connections and other architectural elements such as connecting beams between concrete walls and pilots supporting supporting volumes [6].
The cover system is entirely made out of work: it integrates the door locks, the natural lighting control devices, the artificial lighting fixtures, the mechanisms for the containment of heat from solar irradiation. Consisting of a double glazed top and a further lower glazing, it is protected from the outside by a shingle consisting of metal gratings that, in addition to shading the light, become pedestrian walkable for maintenance purposes.
Edificio D
Due edifici dell’ex caserma Montello sono recuperati dal nuovo progetto, diventando parte integrante: l’edificio su strada inserito completamente nel corpo principale del museo; l’Edificio D è stato, invece, sede provvisoria dell’attività espositiva e culturale del MAXXI, nell’attesa della costruzione del museo vero e proprio.
Il primo intervento di recupero e adeguamento funzionale, realizzato in tempi brevissimi e basato sul criterio del “minimo intervento”, ha riportato gli ambienti interni alla spazialità originaria, restituendo unitarietà alle due grandi sale. La struttura in ferro a vista, il pavimento in battuto di cemento in cui affiorano i residui della pavimentazione originale in mattonelle di asfalto pressato, la continuità delle finestre lungo i due lati lunghi, conferiscono luminosità e grande respiro agli spazi espositivi. La semplificazione e la neutralità cromatica delle finiture determinano spazi di grande flessibilità che si offrono alle più diverse soluzioni allestitive.
Al termine di una seconda fase dei lavori la palazzina ospiterà spazi articolati destinati a diverse funzioni per accrescere l’offerta del nuovo museo e sottolineare la sua dimensione di campus pluridisciplinare e polifunzionale: la bibliomediateca, il bar-ristorante, la libreria dedicata, gli uffici di direzione e amministrazione[7].
Building D
Interior of Building D
Two buildings of the former Montello barracks are recovered from the new project, becoming an integral part: the street building completely inserted in the main body of the museum; Building D was, instead, a provisional location for MAXXI’s exhibition and cultural activities, in anticipation of the real museum building.
The first functional recovery and adaptation, carried out in a very short time and based on the criterion of “minimal intervention”, brought the interior to the original spatiality, returning unitarity to the two large halls. The exposed iron structure, the concrete paved floor in which the remains of the original pavement of pressed asphalt tiles emerge, the continuity of the windows along the two long sides, give brightness and great breath to the exhibition spaces. The simplification and chromatic neutrality of the finishes create great flexibility spaces that are offered to the most diverse furnishing solutions.
At the end of a second phase of the project, the building will host articulated spaces dedicated to various functions to increase the supply of the new museum and to emphasize its multidisciplinary and multifunctional campus dimension: the librarian, the bar-restaurant, the dedicated library, the offices Management and administration [7].
L’inaugurazione
Il Maxxi viene ufficialmente inaugurato il 28 maggio 2010, con le mostre Spazio. Dalle collezioni di arte e architettura del Maxxi; Gino De Dominicis: L’immortale; Kutluğ Ataman. Mesopotamian Dramaturgies; Luigi Moretti. Dal Razionalismo all’informale.
La ricezione da parte della critica architettonica
Complessivamente il giudizio sull’opera è stato positivo e recensioni favorevoli si sono trovate su molti giornali, tra le quali spiccano quelle del New York Times[8] e di Le Figaro[9].
Ci sono tuttavia da segnalare alcune critiche negative che hanno animato il dibattito tra gli addetti ai lavori. Queste riguardano principalmente lo scompenso che ci sarebbe tra gli spazi espositivi e quelli di passaggio e servizio a netto vantaggio di questi ultimi[10] nonché il costo eccessivo per la sua realizzazione.
The inauguration
The inauguration night of MAXXI, May 28, 2010.
The Maxxi is officially inaugurated on May 28, 2010, with Spazio exhibitions. From Maxxi’s art and architecture collections; Gino De Dominicis: The Immortal; Kutluğ Ataman. Mesopotamian Dramaturgies; Luigi Moretti. From Rationalism to Informal.
Reception by architectural criticism
Overall, the opinion on the work was positive and favorable reviews were found in many newspapers, including those of the New York Times [8] and Le Figaro [9].
However, there are some negative criticisms that have animated the debate among the workmen. These mainly concern the disadvantage that would be between the exhibition spaces and those of passage and service with the net benefit of the latter [10] as well as the excessive cost for its realization.
Il MAXXI architettura
Il MAXXI architettura è il primo museo nazionale di architettura presente in Italia. Il suo interesse è centrato tanto sull’architettura “d’autore” quanto su quella cosiddetta “anonima”. Nel museo convivono due anime distinte, quella che procede verso la storicizzazione dell’architettura del XX secolo e quella contemporanea che vuole rispondere agli interrogativi del presente, interpretando le aspettative della società attuale. museo storico e museo contemporaneo, pur possedendo caratteri e prospettive di sviluppo decisamente distinte, determinano una dimensione multipla e trasversale. Il MAXXI architettura si pone come interlocutore delle altre istituzioni culturali italiane del settore (quali la Biennale di Venezia o la Triennale di Milano), nel campo della formazione secondaria e universitaria e della rete dei centri e archivi di architettura. A livello internazionale, il MAXXI architettura aderisce e condivide gli obiettivi dell’ICAM, la Confederazione internazionale dei musei d’architettura[11].
MAXXI architecture
MAXXI architecture is the first national museum of architecture in Italy. His interest is so much centered on the “author” architecture as on the so-called “anonymous” architecture. There are two distinct souls in the museum, one that goes to the historicization of 20th-century architecture and the contemporary one that wants to answer the questions of the present, interpreting the expectations of today’s society. Historical museums and contemporary museums, although possessing distinctly distinct features and perspectives, determine a multiple and transversal dimension. MAXXI architecture is set up as an interlocutor of other Italian cultural institutions in the sector (such as the Venice Biennale or the Triennale di Milano), in the field of secondary and university education and the network of centers and archives of architecture. At international level, MAXXI architecture adheres to and shares the goals of ICAM, the International Confederation of Architectural Museums [11].
Programma culturale
Il programma culturale del MAXXI architettura si sviluppa secondo le due linee di attività distinte. La prima linea d’intervento considera la documentazione e la ricerca il punto di avvio delle riflessioni critiche sul presente e sul passato prossimo della cultura architettonica, sul paesaggio italiano, considerando le opere, i personaggi, le storie che lo hanno disegnato nel corso del Novecento. Fa capo al Centro archivi di architettura, istituito nell’ambito del Museo di architettura, che opera con un arco cronologico di riferimento che va dal Novecento a oggi studiando e curando le collezioni di architettura e le proprie raccolte di documenti. È anche un laboratorio sperimentale che svolge compiti di promozione culturale per favorire la ricerca storica e l’indagine sistematica sulla ricchissima vicenda italiana del Novecento, mettendo a punto strategie, standard e strumenti per la conservazione, il restauro, l’accesso alle fonti documentarie.
La seconda linea di intervento è rivolta ai temi emergenti sull’architettura. Attraverso un confronto dinamico intende incoraggiare ed evidenziare gli sconfinamenti dell’architettura verso la vasta gamma di esperienze proprie della cultura contemporanea come quelle discipline creative di progetto che vanno dall’industrial design alla comunicazione visiva, alle installazioni artistiche e ambientali.
Cultural program
Internal glimpse
The cultural program of MAXXI architecture develops according to the two distinct lines of activity. The first line of reference considers documentation and research to be the starting point for critical reflections on the present and future of architectural culture on the Italian landscape, considering the works, the characters and the stories that have drawn it during the twentieth century . It is headquartered at the Archives of Architectural Center, set up within the Museum of Architecture, which operates with a chronological reference arch that dates from the twentieth century to today studying and curating architectural collections and their own collection of documents. It is also an experimental laboratory that carries out cultural promotion tasks to foster historical research and systematic research into the rich Italian twentieth-century event by developing strategies, standards and tools for conservation, restoration, and access to documentary sources.
The second line of action is addressed to emerging architectural themes. Through a dynamic confrontation, he intends to encourage and highlight the limitations of architecture towards the vast range of experiences of contemporary culture such as creative design disciplines ranging from industrial design to visual communication, artistic and environmental installations.
Le collezioni di architettura
Il patrimonio del MAXXI architettura è costituito dalle acquisizioni dirette, ed è legato alla rete dei musei e degli archivi pubblici e privati presenti in Italia, che permette di estendere virtualmente a dismisura il patrimonio di riferimento. Mediante intese e accordi sono collegati al museo i fondi conservati presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma, l’Archivio Progetti IUAV di Venezia, l’Accademia nazionale di San Luca.
Le collezioni di architettura comprendono gli archivi personali[di chi?], gli archivi tematici, e una sezione che raccoglie disegni, modelli, schizzi e documenti legati a progetti circoscritti.
Architecture collections
The heritage of MAXXI architecture is made up of direct acquisitions, and is linked to the network of museums and public and private archives present in Italy, enabling virtually extending the reference assets to a great extent. By means of agreements and agreements, the funds kept at the Central State Archives of the State of Rome, the IUAV Archive Project in Venice, the National Academy of San Luca are linked to the museum.
Architectural collections include personal archives [of whom?], Thematic archives, and a section that collects drawings, patterns, sketches and documents related to restricted projects.
Il centro archivi di architettura
Il Centro archivi di architettura conserva e cura le collezioni di architettura del MAXXI (con le attività di tutela, restauro, manutenzione, ordinamento, informatizzazione), ma nello stesso tempo favorisce la consultazione, lo studio e la valorizzazione dei documenti che attestano, nei diversi momenti, la “produzione” architettonica dalla fase progettuale alla costruzione: piani, elaborati grafici, schizzi e disegni tecnici, memorie scritte e modelli, fotografie, documenti amministrativi e contabili, epistolari.
Il Centro archivi MAXXI architettura è attivo dal luglio 2002 nella sede provvisoria presso il Museo Hendrik Christian Andersen di Roma, dove è in corso il lavoro di riordino e riproduzione digitale dei fondi degli architetti del Novecento acquisiti dalla PARC: Carlo Scarpa, Aldo Rossi, Enrico Del Debbio, Sergio Musmeci, Vittorio De Feo, Pierluigi Nervi, Ludovico degli Uberti e Michele Valori.
The archive archive center
The Archives Archives Archives maintains and cares for MAXXI’s architecture collections (with activities of protection, restoration, maintenance, sorting, computerization), while at the same time facilitating the consultation, study and enhancement of documents attesting, in the various Moments, the “architectural” production from the design phase to the construction: plans, elaborate graphics, sketches and technical drawings, written memoirs and models, photographs, administrative and accounting documents, epistolar.
The MAXXI archive archive center has been in operation since July 2002 at the provisional headquarters at the Hendrik Christian Andersen Museum in Rome, where the work of re-ordering and digital reproduction of the funds of the architects of the twentieth century is being carried out by PARC: Carlo Scarpa, Aldo Rossi, Enrico Del Debbio, Sergio Musmeci, Vittorio De Feo, Pierluigi Nervi, Ludovico degli Uberti and Michele Valori.
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